Finalmente la scuola sta per terminare e tra poco si sentirà il tepore e il caldo dell’estate dove si potrà assaporare la fresca e leggera brezza del mattino, il caldo afoso del pomeriggio, la solennità e l’umiltà della sera ed il silenzio della notte. Ancora ricordo il primo giorno di scuola, come un ricordo tenero, oscuro, opaco dove tra i tanti bambini non mi distinguo, come una foto strappata a metà. Mi ricordo solo l’atmosfera, come mi sentivo: ero agitata, curiosa dell’anno che dovevo affrontare e impaurita perché pensavo “Sarò all’altezza e in grado di riuscire a dare il meglio di me? Quest’anno che mi aspetta sarà un inferno, quasi impossibile o un anno uguale agli altri?” Insomma, in poche parole, ero curiosa.

Un giorno successe che la maestra, in classe, stava camminando, si inciampò con un filo del computer e cadde. Io ero preoccupata per la maestra.

A gennaio inoltre abbiamo cominciato a fare dei laboratori rientri per fare dei lavoretti.

Durante una gita ad Anghiari, dove delle esperte nel settore dell’autobiografia ci hanno spiegato cosa dovevamo fare. Dovevamo guardare delle immagini di opere e sceglierne una che ci faceva suscitare qualcosa del passato e scriverlo. Ad un certo punto provai una strana sensazione: un’armonia delicata e vibrante attirò la mia attenzione e nell’aria echeggiavano voci strane che dicevano alternandosi “Scegli” “Ricorda”.

Inoltre durante l’anno scolastico abbiamo fatto una gita e tre uscite. Durante la gita siamo saliti sul traghetto e abbiamo raggiunto l’isola Maggiore, un’isola pescosa con solo tre mezzi di trasporto: un trattore, un’ape e un quad. La maestra Donatella aveva (ed ora ha) un sorriso trionfante di giovinezza e ci incitava esigendo da noi il meglio; lei che mi rappresenta la bellezza della scuola e del lavoro. Con lei mi sentivo lieve come al di sopra di tutto e gli ostacoli della scuola volavano via e “galleggiavano” sulle onde del limpido cielo. Con lei l’amore per la scuola mi dominava unico perché è come un insieme di vita e cultura e questo lo devo alle mie maestre che sono le mie seconde “mamme” e riordinano i miei saperi e ne fanno come un armadio: nel primo cassetto i saperi della matematica, nel secondo quelli di italiano e così via…

Quest’anno c’è stato un cambiamento: la maestra Donatella insegna anche scienze e in quelle pagine che ci assegna da studiare io ci vedo e ci leggo la mia vita e il mondo di domani fatto di cittadini civili grazie al suo contributo unito agli altri.

La scuola può essere un’ombra vaga o una luce: dipende da come la si vive!

2° parte “Le uscite”

Il 21 maggio 2019 abbiamo fatto un’uscita in un’azienda agricola “Mestechì” dove si coltiva l’anice e i prodotti sono biologici. Il 31 ci siamo recati al Ventidio Basso, ad Ascoli Piceno, grazie al progetto BIM TRONTO e siamo arrivati 3° nella categoria “Efficacia del messaggio”.

3° parte “Il grazie”

Devo dirvi una cosa riguardo il primo giorno di scuola: ero una bambina vivace e gagliarda. La felicità e il miglior simbolo che la rappresenta non è il sorriso né gli abbracci, ma sono gli ostacoli, le difficoltà. Voi penserete “strano”, ma è vero perché se hai delle brave maestre le difficoltà non ti creano problemi anzi ti “piace” quasi averle perché vuoi dare il meglio di te e dimostrarlo alla maestra per dirle grazie. Un grazie che non basta e è come un falò, l’unica luce che risplende nella notte e le parole, i pensieri forse basteranno, ma dico forse. Forse e se scrivo un grazie grande capirà:

GRAZIE

Quello più grande spetta alla maestra Donatella.