Celebrazione del 4 Novembre: gli alunni di classe quinta, scuola primaria di Castignano, accompagnati dalla loro insegnante hanno onorato con i loro scritti i caduti di tutte le guerre.

Noi studenti di classe 5° lontani per fortuna, dalla Guerra vogliamo onorare e ricordare sempre con gratitudine e commozione tutti i giovani che si sono sacrificati per la nostra Patria gloriosa, grande e tutta unita: l’ Italia; esprimendo loro la nostra riconoscenza con riflessioni e poesie sul loro coraggio.
E’ per questo che ci troviamo insieme al Sindaco, il Maresciallo dei Carabinieri , la Banda di Castignano, Don Gabriele ed alcuni cittadini castignanesi sui luoghi del paese che li ricordano: Parco della Rimembranza vicino al Camposanto, Monumento dei Caduti della 1° Guerra Mondiale e il Monumento dei Caduti della 2 Guerra Mondiale.

4 Novembre

Quattro novembre.
O morti che dormite a Redipuglia e in grembo alla rossiccia
terra del Carso: voi che non udite
il giocondo squillar della fanfara,
morti in terre lontane, o voi caduti
giù nell’azzurra immensità del mare,

non vi ridesta un fremito di gloria?

oggi son tutte al vento le bandiere:

dicono che fu vostra la vittoria.

Zietta Liù

4 Novembre 1918
Data che segnò la fine della prima guerra mondiale, terminata con la liberazione di Trento e Trieste.
Questa data segnò la fine di una lunga guerra, che aveva insanguinato tutta l’Europa.
L’Italia che aveva partecipato per liberare le province di Trento e di Trieste, per ristabilire, quindi, i suoi confini, là dove la natura li aveva segnati con una corona di monti superbi.
Seicentomila soldati italiani morirono e alla loro memoria ogni Comune dedicò un monumento o una lapide con incisi i nomi.
Oggi noi ragazzi onoriamo quei caduti, visitiamo i monumenti, leggiamo quei nomi, sono stati scritti perché tutti serbano la memoria di chi è morto per darci una Patria più grande e gloriosa, tutta unita entro le linee che le Alpi, scintillanti di ghiacci, e i mari azzurri d’acque profonde, hanno tracciato per lei.
Dopo quella guerra vittoriosa altre guerre sono venute per la nostra Patria; innumerevoli sono stati i morti ed i dispersi, le case distrutte, i campi devastati, le famiglie sterminate.
Per tutte le vittime, per tutti gli eroi, oggi il nostro ricordo, la nostra gratitudine e il nostro amore sono vivi e profondi.
Vogliamo dedicare un pensiero di ringraziamento ad un castignanese, Amor Vagnarelli, un combattente coraggioso e tenace come tanti altri, che ci ha lasciato da poco e che noi bambini abbiamo conosciuto bene.
Sopravvissuto alla seconda guerra mondiale ha fondato l’associazione dei Combattenti e Reduci di Castignano di cui era presidente per ricordare ed onorare insieme ad altri tutti i compagni che sono morti sul campo di battaglia volendo per loro un monumento, perché il sacrificio della vita per la Patria di giovani ragazzi e papà possa essere monito a tutte le generazioni presenti e future.
La celebrazione del 4 Novembre che accomuna nel devoto riconoscente omaggio i Caduti di tutte le guerre e le nostre gloriose Forze Armate deve indurci a chiamare e considerare i nostri doveri di cittadini.
Come individui noi apparteniamo alla famiglia e alla società in cui viviamo, ma come cittadini facciamo parte della Nazione, che è una grande famiglia di persone unite da vincoli di lingua, di storia e di civiltà: l’Italia.
L’Italia è anche uno Stato che si governa con precise leggi e Istituzioni su un determinato territorio.
La terra in cui viviamo, la nazione alla quale apparteniamo, lo stato al quale obbediamo sono la Patria.
Avere una Patria significa essere tutelati nella persona, nei beni e nella libertà. È dovere di ogni cittadino difendere la Patria non ricorrendo alla guerra o alle violenze, ma al ragionamento, al rispetto delle leggi e all’accettazione.
“La pace è ciò che deve accumunare tutti i popoli della Terra”.

GIANLUCA IOTTI
Ho chiesto ai miei nonni se avevano qualche ricordo della Guerra e sono riuscito a mettere insieme delle informazioni.
Un fatto che mi ha particolarmente colpito riguarda il mio bisnonno materno che ha combattuto la seconda guerra mondiale.
Egli raccontava che tra gli uomini che erano con lui alcuni avevano sentito che per poter mangiare e vestirsi dovevano recarsi in un punto che era accogliente.
Lui insieme ad altri compagni non si fidarono di questa possibilità e non andarono.
Dopo poco seppero che tutti quelli che erano andati non tornarono più perché morti nelle camere a gas.
Il mio bisnonno per mangiare andava alla ricerca delle patate per poi mangiarle crude e un suo amico un giorno venne bombardato proprio mentre le cercava.
Nonostante le tante difficoltà della guerra il mio bisnonno riuscì a salvarsi ma quelle brutte vicende non le ha mai dimenticate.

CANALA SERENA
I miei nonni mi hanno raccontato della seconda guerra mondiale.
Si ricordano di quando passavano i tedeschi nelle loro case e portavano via tutto l’oro che le donne avevano e le scorte che avevano nelle dispense.
Mio nonno di Montedinove mi ha raccontato che insieme a suo padre, quando sapevano che passavano i fascisti, andavano nel bosco di Rovetino a nascondere gli animali, l’olio, le pentole di rame e il fucile.
COSTANTIN GHEORGHITOI DRAGOS
Il fratello di mio nonno è stato prigioniero in Russia per tre anni, durante la seconda guerra mondiale.
Si ricorda che per mangiare gli buttavano bucce di patate crude e nel cielo passavano tantissimi aerei.
E’ ancora in vita e si chiama Ion, abita a Piatra Niamt in Romania.

FRANCESCO DE PAOLI
Quando passavano gli aerei e vedevano le macchine le mitragliavano, quindi bisognava stare attenti.
Quando c’era la ritirata e i tedeschi passavano di pattuglia per le case rubavano cibo, armi, animali e gioielli, se qualcuno protestava loro bastonavano.
Alcune persone nascondevano queste cose nei fossi coperti da piante.
Quando passavano i partigiani uccidevano i tedeschi e loro se la prendevano con persone innocenti che casualmente passavano di lì.

MARIKA GIANTOMASSI
Mio nonno mi ha raccontato alcune notizie riguardo la sua esperienza durante la seconda guerra mondiale che va dal primo settembre 1939 all’otto maggio 1945.
Durante la guerra passavano i tedeschi che prendevano tutto ciò che era in casa.
Nascondevano i figli e gli oggetti sotto la paglia.
Poi mi ha detto che i morti si trovano a Redipuglia.

FRANCO MARINUCCI
I genitori di mio padre sono vissuti durante la seconda guerra mondiale, a quei tempi erano dei ragazzi e hanno raccontato molti eventi della guerra ai propri figli.
Mio nonno Franco ha raccontato a papà che a Castignano i tedeschi hanno ucciso quattro uomini; a San Martino venne ucciso infatti un soldato tedesco vicino alla quercia sul bivio che porta a Capradosso.
L’altro tedesco che era con lui raccontò al comando ciò che era successo e subito dopo i tedeschi si recarono verso il bivio sparando contro tutto ciò che si muoveva e bruciando paglia e fieno.
Uccisero: Giuseppe Villa e suo figlio Domenico che non era fuggito come tutti gli altri per non lasciare il padre da solo, Lucidi Emidio e Cicconi Luigi.
Un uomo riuscì a salvarsi perché fu bastonato a sangue e i tedeschi credettero fosse morto.
Nessuno dei parenti per paura partecipò al funerale e molti Castignanesi da dentro le loro case guardarono passare il carro con le quattro bare.
Mia nonna Giovanna ha raccontato a mio padre che alcuni comandanti tedeschi si stabilirono a casa loro al centro di Servigliano.
La mamma di mia nonna, Cesira, preparava loro da mangiare; spesso portavano uova, formaggio che si facevano consegnare dai contadini.
Quando c’erano i tedeschi in casa, mia nonna e mia zia Lilli si nascondevano in soffitta e cercavano di non far rumore per non farsi sentire.
In casa si nascondevano anche le cose da mangiare per evitare di farli prendere dai tedeschi.
Lo zio Candido partì per la guerra e rimase ferito alla testa.
Quando facevano spesa, il cibo era razionato e dovevano portare con loro una tessera.
A Servigliano c’era un campo di prigionia dove c’erano prigionieri politici ed ebrei.
I prigionieri non potevano uscire ma nel campo si poteva entrare per portare qualcosa da mangiare e dei vestiti.
Mia nonna fece amicizia con una bambina polacca a cui insegnò a leggere e scrivere mentre lei le insegnò un solitario con le carte.
AURORA COCCI
I tedeschi bombardarono i ponti di Rotella e li sfasciarono tutti.
Il padre di mia nonna si riparava dietro a una quercia e quando sparavo lui girava intorno al tronco nel quale hanno fatto tre buchi.
Quando videro che non l’avevano colpito lo presero per un braccio e lo portarono sulla Chiesa di santa Viviana e gli chiesero:
– Dove vai?
E gli rispose:
– Ritorno da Rotella, ho sentito sparare e mi sono fermato qui.
Gli hanno dato quattro calci al sedere e gli hanno detto:
– Vai a casa vecchio porco.
Anche se lui aveva solo quarantotto anni.
Alla croce rossa bruciarono una casa. A Rovetino bombardarono una casa e ferirono una parente di nonna. Bombardarono un consorzio dove ritiravano il grano. A casa di mia nonna c’erano due americani per ripararsi: Giorgio e Bernardo.
Stettero otto giorni soltanto perché la cosa era troppo vicina alla strada e loro non si potevano far vedere.
I tedeschi passavano per le case a prendere le cose e siccome sua madre doveva partorire nascose un pacchetto di farina in mezzo a quelli della calce anche se in quella casa non ci entrarono.
Franco, il signore che prima aveva la bottega, vendeva i piatti, bicchieri… e li nascose a casa di nonna e i soldi in campagna. Nonna aveva dieci anni.

FRANCESCO SILIQUINI
Mia nonna Gabriella mi ha detto, riguardo alla seconda guerra mondiale che i tedeschi, venivano a casa sua e gli rubavano oro e rame.
Suo padre nascondeva mucche e altri animali nel fosso vicino casa, lì vicino c’era una montagna di terra, i tedeschi pensavano che c’era nascosto cibo ed altro, costrinsero la madre di mia nonna a scavare con il fucile puntato sulla testa. Mia nonna a casa ha anche una foto che gli ha scattato un tedesco.

ALICE PACCASASSI
Ricordo che mia nonna raccontava cosa accadeva durante la seconda guerra mondiale:
– In quel periodo la vita di tutte le persone era cambiata, perché bisognava rimanere nelle case, non c’era più la libertà diffusa nell’aria.
Mio nonno, quando poteva aiutava i partigiani che non volevano farsi catturare dai tedeschi.
Lui aveva un magazzino nascosto dove metteva il cibo per non farlo prendere ai tedeschi,
il cibo in quel periodo non si trovava facilmente.

JESSICA D’ERCOLI
Mia nonna Annunziata mi ha raccontato quando sono passati i tedeschi.
Mi ha raccontato che volevano portare via tutti gli animali che aveva, mi ha detto anche che un soldato tedesco molto robusto è salito sopra un bue, davanti a lui c’era una porta bassa e larga così quando è entrato ha battuto la testa ed è caduto a terra, erano terrorizzati dalla paura.
CRISTIAN MARTONI
Nonno Giulio mi ha raccontato che suo padre, Saverio, il mio bisnonno (ora morto), aveva partecipato alla seconda guerra mondiale lasciando sua moglie Emma, la mia bisnonna, incinta e con due figli.
Nonno Saverio è stato per due anni in prigione poi una notte tornò a casa ed andò nella camera dei suoi tre figli, contò le teste per vedere se c’erano tutti.
Ne trovò soltanto due, rimase turbato…scoprì la brutta notizia…
Nonno Mario mi ha invece raccontato che per le case di Castignano passavano i tedeschi che prendevano tutte le cose.
I contadini nascondevano gli animali nei fossi e i formaggi e i prosciutti nei canneti, questo accadde quando mio nonno era molto piccolo.

LETIZIA AMATUCCI
A Castignano nella seconda mondiale, un abitante del luogo ha ucciso due tedeschi e questi a loro volta hanno ucciso quattro castignanesi.
A quei tempi mia nonna era bambina e ha visto quando ne catturarono uno:
– Fu una cosa terribile….vedere che gli menavano con una baglionetta.
Lei scappò via con la madre, cioè mia bisnonna.
Anche lei subì dei furti e violenze come ad altre persone, le rubarono la biancheria e a mia zia un cavallo.
Mi raccontò che i giovani che non andarono in guerra si chiamavano partigiani: il fratello di mio nonno era uno di loro. Il mio bisnonno Tommaso, invece, è andato in guerra e poi è stato prigioniero, però è tornato.
MASSIMO TANZI
Nonno Gaspare mi narra a volte di suo padre Sante, mio bisnonno, il quale ha combattutto durante la seconda guerra mondiale.
Lui è stato prigioniero sette anni in Albania e qui svolgeva il compito di infermiere portantino, diceva sempre che gli capitava di vedere tante brutte cose.
In quei tempi non avevano tanto da mangiare, si nutrivano persino di tartarughe.
Lui è tornato dalla guerra perché nacque la quarta bambina alla quale diede il nome di Speranza.
Conosco una canzone che parla della guerra “Il Piave”.

IVAN ANGELI
I miei nonni mi hanno raccontato fatti sulla 2° guerra mondiale e le informazioni che mi hanno dato sono che molti uomini andarono in guerra poi rimanevano prigionieri per molti anni, che le donne andavano a fare spesa con una tessera e il cibo era razionato.
Nelle case passavano i tedeschi e portavano via tutto ciò che stava a portata di mano e gli uomini nascondevano il bestiame nel fosso e che quando erano nei campi e passava l’elecottero si nascondevano per non farsi uccidere.